minestra di pomodoro
PIANO SEQUENZA DI UN’ESTATE TRA BICICLETTE, SEMI DI COCOMERO E POMODORI
Nella mente di un adulto, l’estate dell’infanzia è un tempo a parte nella concatenazione puntuale degli anni. Occupa un posto a sé stante, lontano e più in alto.
E’ un unico piano sequenza lunghissimo, lentissimo, caldissimo.
La telecamera si muove flemmaticamente e inquadra biciclette appoggiate ad un muretto scalcinato, ciottolini colorati con dentro acqua e foglie, ad uso di una finta minestra profumata, gessetti colorati per una campana degenerata in tanti disegni sull’asfalto, bambole sedute su passeggini e sdraiate in culle improvvisate sui gradini di casa.
In sottofondo arriva lontana ma inconfondibile la voce rauca del Tenente Colombo, il rumore vivace di stoviglie apparecchiate e sparecchiate, il suono attutito del pallone che picchia per terra e, sempre, il frinire di cicale.
Nell’estate di noi bambini, i semi di cocomero si appiccicavano ovunque, i ghiaccioli alla Coca Cola sgusciavano inevitabilmente dal guscio di carta per spiaccicarsi per terra, i piedi erano sempre sporchi e le ginocchia rigorosamente “sbuccicate”.
Negli anni 80 Topolino costava 1.000 lire. Il giorno in cui usciva in edicola, io chiamavo la mia mamma urlando a gran voce giù dalla strada e lei, dalla finestra, mi tirava i soldi. Io correvo subito a comprarlo e mi immergevo a capofitto nel profumo di quelle immagini stupende, perdendomi nel gergo intelligentemente buffo di quei personaggi…
Era il tempo dei completini coordinati canottiera-pantaloncini corti, ciabatte di plastica a fascia e mollette colorate con la forma di ciliegia e di anguria tra i capelli.
Noi giocavamo nella piazzetta sotto casa, oggi invasa di auto.

Eravamo io, Giorgia, Marco detto “Piri”, Fabio detto “Braciolina” (scontatamente figlio di macellai) e Silvia, sua sorella. Spesso si aggiungevano Ferdinando e Francesco, che venivano dai nonni e Barbara, la nipote milanese di Evera, magrissima e bionda e, per questo, soprannominata “ghiacciolo al limone”.
Noi eravamo i bimbi di Via dei Frantoi, ma c’erano anche i bimbi del Marzocco e di Via delll’Aia, quelli delle Case bianche e quelli di San Piero, in una mappa paesana ormai cancellata dalla scarsa natalità e dall’abuso di televisione, in cui ogni zona del paese aveva il suo gruppo di bambini che invadeva le strade con risate e gavettoni.
La piazzetta d’estate sostituiva le nostre camerette e noi ci trascorrevamo tutto il nostro tempo.
All’ora di pranzo i profumi incrociati di soffritto e peperonata invadevano la strada; la sigla del “Pranzo è servito” e le prime parole garbate di Corrado erano, per noi, il segnale che era il momento di rientrare.
Quelle tre strade le abbiamo abitate tutte: al Torrino ci facevamo il ristorante, usando i sassi al posto dei piatti; la zona più ombreggiata era il palcoscenico di giochi più vivaci come ruba bandiera o strega comanda colore, e nel centro della piazzetta giocavamo a “elastico”, gioco nel quale, modestamente, mi consideravo ferratissima.
Altrettanto non posso dire delle mie gare in bicicletta: la discesa in picchiata giù per Via del Treppiede è stata causa di molteplici crisi di panico!

Ad una certa ora, nel pieno dei nostri giochi, la mamma di Braciolina ci distribuiva direttamente dal paniere di vimini dei sodi e lucidi pomodori San Marzano, appena arrivati dall’orto.
Noi li mangiavamo così, a morsi, con le mani sporche e i capelli sudati appiccicati alle tempie, godendo, in bocca, del sapore puro del sole che incendiava i campi ma per poco, pochissimo, perché dovevamo di nuovo correre, con le nostre voci stridenti e la fretta dell’entusiasmo, ad un nuovo gioco.
Il mio piano sequenza si chiude così, con una ciabatta persa per terra nella corsa, i doppioni di figurine appiccicate all’Ape di mio nonno e un piccolo cimitero di piccìoli di San Marzano.

MINESTRA DI POMODORI SAN MARZANO
Ingredienti
- 1 Kg pomodori san marzano
- 1 cipolla
- 2 spicchi di aglio
- 40 gr olio extra vergine di oliva
- 1 costa di sedano
- 6-8 foglie di basilico
- un ciuffo di prezzemolo
- sale e pepe
Istruzioni
- Lava i pomodori, tagliali in due e togli i pochi semi che ci sono. Falli a piccoli pezzi.
- A parte, trita la cipolla e mettila a sudare nell'olio insieme all'aglio in camicia, che poi toglierai.
- Aggiungi, quindi, il sedano tagliato a tocchetti, il basilico, il prezzemolo ed anche i pomodori. Fai andare la minestra per circa 20 minuti, finché i pomodori non rilasciano tutta l'acqua.
- A questo punto, purtroppo, tocca svolgere la regina delle operazioni più noiose "dell'Impero delle operazioni culinarie noiose" ovvero: passare la minestra al cd. “passino” o passaverdure. Se ne sei uscito vivo, rimetti la minestra sul fuoco, salala, pepala, e falla andare per altri 10 minuti circa. Se la minestra fosse troppo soda, puoi allungarla con un mestolo di acqua calda o con del brodo vegetale. Lasciala riposare qualche minuto.
- Servila calda, fredda o tiepida: come ti pare, insomma!
Note

oppure prova queste…
maccheroni
DOMENICA: MACCHERONI
“Babbo, quale è la prima ricetta che ti viene in mente se pensi a nonna Rosa?”
Babbo risponde all’istante: “I maccheroni col ragù”.
…..ma sei stupendamente bravissima!!!!sai creare l’atmofera perfetta per farci assaporare gusti e annusare profumi…..riesci a farceli sentire anche da questi moderni marchingegni…..
Ma Roberta, sei stupendamente esagerata!
Che dire…quei gusti e quei profumi sono nel mio DNA ma mi fa, indubbiamente, molto piacere capire che riescono ad attraversare questi marchingegni e a trovare un punto di contatto tra di noi.
Un carissimo saluto.
Speciale, Martina!!
Piazzetta San Dalmazio.. ricordi “dolcissimi” legati al forno di Emelita. Un posto magico dove nonne, mamme e piccini si risvaldavsno al fuoco delle chiacchiere, risate e giochi.
Bellussimo quello che fai..per tutti.
Letizia,
mi fai venire un brivido quando mi dici che quello che faccio è bello anche per altre persone.
Il forno di Emelita è già uscito fuori più volte: toccherà scriverne , prima o poi.
Mi hai fatto tanto piacere.
Un caro saluto.
Martina
Bravissima Marti…trasmetti emozioni che arrivano dirette al cuore…..
Margherita,
è una bellissima cosa quella che mi dici.
Un carissimo abbraccio
Bellissimo!!! Ed io che da poco ci sono tornata a vivere qui fra piazzetta San Dalmazio e Via dei Frantoi….mi sembra di esserci sempre stata !! Per me abitare qui è stato come realizzare un sogno e le tue storie rendono ancora di più questi posti magici!!!
Lucia è bello l’attaccamento ai nostri posti. E’ uno strano senso di appartenenza che ci completa. Grazie