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cibo e parole, memorie e ricette

feta grigliata

“IN UN PAESE ANTICO UN RAGAZZO CAMMINA IN SALITA ”
Silenzio assoluto.
Non rumore di vento perché l’aria è immobile.
Non rumore di uomo, perché a quest’ora non c’è nessuno.
Non rumore di mare, perché da quassù, in alto, lo possiamo solo vedere. Questo specchio blu.
Non azzurro. Non turchese. BLU. IL GRANDE BLU.
Oggi scrivo di te.

polpo all’elbana

MEMORIE ELBANE N.2
Il mio babbo non smette di ricordare quelle estati infinite a Porto Azzurro.
Il profilo scuro dell’Isola è davanti a noi.
Lucciole lontane, nel buio, sono le luci di Capoliveri, Rio Marina e Naregno.
Lo sciacquio del mare, il rumore ipnotico del moto di ritorno delle onde che si infrangono sulla spiaggia suscita in Renato una risacca di ricordi, che rilascia ed abbandona, davanti ai nostri piedi, conchiglie di mondi scomparsi.

rigatoni alle cozze

MEMORIE ELBANE N.1

Porto Azzurro, primi anni 60.
Uno scugnizzo magro, scalzo, con la pelle spellata dal sole, gli occhi ed i capelli scuri si incamminava verso casa.
Era affamato dalla mattinata trascorsa con una banda di giovani scalmanati a tuffarsi in mare dai barconi dei pescatori ormeggiati alla Rossa.
Ogni giorno, il ragazzino indugiava vagabondando tra il ristorante di Aladino ed il Delfino Verde di Paride: palafitte, a forma di nave, sospese sul mare elbano.

LE MIE ULTIME RICETTE

feta grigliata

feta grigliata

“IN UN PAESE ANTICO UN RAGAZZO CAMMINA IN SALITA ”
Silenzio assoluto.
Non rumore di vento perché l’aria è immobile.
Non rumore di uomo, perché a quest’ora non c’è nessuno.
Non rumore di mare, perché da quassù, in alto, lo possiamo solo vedere. Questo specchio blu.
Non azzurro. Non turchese. BLU. IL GRANDE BLU.
Oggi scrivo di te.

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polpo all’elbana

polpo all’elbana

MEMORIE ELBANE N.2
Il mio babbo non smette di ricordare quelle estati infinite a Porto Azzurro.
Il profilo scuro dell’Isola è davanti a noi.
Lucciole lontane, nel buio, sono le luci di Capoliveri, Rio Marina e Naregno.
Lo sciacquio del mare, il rumore ipnotico del moto di ritorno delle onde che si infrangono sulla spiaggia suscita in Renato una risacca di ricordi, che rilascia ed abbandona, davanti ai nostri piedi, conchiglie di mondi scomparsi.

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rigatoni alle cozze

rigatoni alle cozze

MEMORIE ELBANE N.1

Porto Azzurro, primi anni 60.
Uno scugnizzo magro, scalzo, con la pelle spellata dal sole, gli occhi ed i capelli scuri si incamminava verso casa.
Era affamato dalla mattinata trascorsa con una banda di giovani scalmanati a tuffarsi in mare dai barconi dei pescatori ormeggiati alla Rossa.
Ogni giorno, il ragazzino indugiava vagabondando tra il ristorante di Aladino ed il Delfino Verde di Paride: palafitte, a forma di nave, sospese sul mare elbano.

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uova di neve

uova di neve

ANCHE I DIRIGENTI SI COMMUOVONO

Nell’estate del 1978, la Solvay s.p.a. aveva deciso di inviare in Francia il Sig. Venturi, dirigente di uno stabilimento di Ponteginori (PI), insieme al capo cantiere Sig. Frati e all’Ing. Zazza, capo servizio di cave e miniere.
Lo stabilimento francese aveva bisogno di personale esperto in perforazioni.
I tre, dunque, lasciarono il ridente paesello e partirono alla volta di Nancy…

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mele al forno

mele al forno

L’ODORE DELLE CASE DEI VECCHI

“A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: “La fessa”.
Io, invece, rispondevo: “L’odore delle case dei vecchi”.
La domanda era: “Che cosa ti piace di più veramente nella vita?”
Ero destinato alla sensibilità.

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spezzatino con patate

spezzatino con patate

IL PRANZO DELLE MEDIE

Al suono della campanella io ed i miei compagni di classe ci scaraventavamo fuori dall’aula, urtando sedie e banchi e, con una rumorosa corsa a spintoni, tra colpi di gomiti e zaini, uscivamo dalla scuola.
Il suono dei nostri goffi passi di preadolescenti acneici, con masse informi di capelli stopposi, risuonava sulla rampa rivestita di linoleum antiscivolo come quello di un branco di elefanti.

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il caffè in forchetta

il caffè in forchetta

A RIEMPIRE UNA STANZA BASTA UNA CAFFETTIERA SUL FUOCO

Una caffettiera enorme era sempre sul fuoco: qualcuno stava sempre per arrivare.
Arrivava Ottorina ad aiutare a fare le torte e poi Roberta ad assaggiarle: sfregava il dito nel pentolino della crema, lo faceva scorrere per tutto il bordo e poi se lo infilava direttamente in bocca.
Arrivava il contadino a portare i conigli, tenuti per le gambe a capo all’ingiù, e Miro a salutare.

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cantucci con l’anice

cantucci con l’anice

GRADISCE UN CAFFE’?

La conosco da sempre perché abita nella stessa via dove abitavo da piccola.
La incrocio quasi quotidianamente, a passeggiare lungo le mura, col suo passo lento e le braccia incrociate dietro alla schiena. Quando va a fare la spesa porta con sé un cestino di vimini foderato di stoffa a fiori. E solo con questo particolare, vi ho detto molto di lei.

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ragù

ragù

SILVANA

La Piazzetta San Dalmazio è una piccola piazza del centro storico di Pomarance; uno dei luoghi più pittoreschi del mio paese nel suo indubbio charme tipicamente toscano.
Dalla finestra della mia camera si vede il campanile e, se per un attimo faccio silenzio nella mia testa, la ricordo tutta innevata, deserta e silenziosa.
D’estate è come deve essere: assolata, con i suoi immancabili vasi di gerani, panchine e fontanelle d’acqua ronzanti di vespe.
In piazzetta San Dalmazio ci viveva Silvana.

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